Sulla cover del numero di Gennaio 2025 di Vogue Italia, Damiano David indossa un harness che unisce il suo Io passato, con i Måneskin, alla nuova carriera da solita
Nel suo ultimo singolo, la ballad song Born with a broken heart, il cui video clip è diretto da Aerin Moreno, la camicia si sbottona più del solito. Almeno, rispetto a quanto il cantante ci aveva abituato di recente, in completi tre pezzi sartoriali che celavano i suoi ormai ben conosciuti tattoo. Con l’avvento del nuovo album, a quanto pare, al look della new era di Damiano David, sotto a quella camicia all’apparenza inamidata, mancava però un dettaglio. Per esempio un harness, che già indossava nel suo periodo rock insieme ai Måneskin e di cui, probabilmente, sentiva la mancanza.
Come racconta ad Andrew Sean Greer, nell’intervista di copertina del numero di Gennaio 2025 di Vogue Italia, «l’harness, sì. Era lì e volevamo provarlo. Quando l’abbiamo visto, abbiamo pensato: ‘ok, questo potrebbe funzionare’». Dopotutto a scattare le foto è stato Steven Klein, un maestro dell’obiettivo che ha svolto un ruolo essenziale nella creazione dell’immagine de L’Uomo Vogue, il solo e unico capace di coniugare nello stesso scatto Old Hollywood e sex appeal, allure e oscurità.
L’harness in questione – quello che accompagna Damiano David per almeno un quarto degli scatti del servizio di copertina – è in pelle nera impreziosita da borchie argentate ed è griffato Dsquared2. Un salto nel buio che noi di Vogue Italia ci sentiamo di consigliare a chi vuole dare un boost al suo look nel 2025. Dopotutto, con lo styling giusto, si rivela essere un accessorio bello con camicie e giacche, specie per chi è allergico a cravatte, bretelle e papillon, o semplicemente vuole aumentare il suo tasso di sensualità.
Prima però facciamo un passo indietro. Qual è la storia dell’harness?
Fu inventato, in cuoio, nel Medioevo, quando gli uomini lo utilizzavano, per se stessi e per gli animali, come imbracatura pratica per scopi militari, insieme all’armatura in metallo, e per attaccare pesi alle carrozze trainate dai cavalli durante viaggi lunghi. Come anche è accaduto ai chaps del mondo cowboy, forse nessuno pensava che questi accessori potessero diventare tutt’altro simbolo in termini di usi e di costumi.
Come lo stesso Andrew Sean Greer scrive introducendo la sua intervista a Damiano, l’harness è l’imbracatura tipica associata alla scena gay leather. Fu infatti il fotografo Peter Berlin, negli anni ‘70, a renderlo un oggetto cult grazie al suo scatto intitolato Selfportrait with harness. Ma è con Vivienne Westwood, nella sua era punk all’epoca del negozio Sex co-creato con l’ex marito Malcolm McLaren – manager, tra i tanti, dei Sex Pistols – a renderlo un capo fashion, grazie a un primissimo modello messo in vendita e ben visibile in vetrina.
Da lì c’è voluto poco affinché tutti gli uomini dello scenario anni ’80 attenti alla moda ne indossassero un modello nella loro night life, da Robert Mapplethorpe a Tom of Finland – a cui per altro Dsquared2 ha dedicato la sua collezione menswear 2025 – fino al mito della cultura più pop, merito di Glenn Hughes dei Village People e di Freddie Mercury dei Queen (la sua più iconica apparizione pubblica è sul Circus Magazine del 1979).
Un simbolo che non ha bisogno di troppe introduzioni o di troppi giri di parole: possiede un forte valore identitario, oltre che un motivo di auto-celebrazione del proprio corpo, abbracciando la propria fisicità senza paura di essere giudicati; è facile e pratico da indossare, rappresenta mascolinità e sottomissione. Fino a ora, ci vien da dire, perché l’harness, complici anche i designer, è stato sdoganato anche sui red carpet.
Tre esempi su tutti: Adam Rippon, in Moschino, agli Oscar, Timothée Chalamet, in Louis Vuitton ai Golden Globe e Michael B Jordan, sempre in Louis Vuitton, ai SAG Awards. E ora, grazie alla nostra cover star, tale accessorio è sulla buona strada per diventare un complemento del dailywear più ardito.
Se difatti state pensando come si potrebbero indossare in maniera cool, come li vediamo in street style o sulle passerelle più irriverenti, la risposta arriva proprio da Damiano David
Quando Greer chiede a Damiano cosa, per lui, rappresenti la moda, risponde «è uno strumento. Mi interessa il modo in cui mi presento alla gente. Mi diverto a sperimentare, a giocare. In generale mi piace il fatto che abiti diversi possano dare sensazioni diverse». L’harness diviene così un «eccellente modo per comunicare» la sua nuova era, audace quanto stilosa. Come, insomma, indossare tale accessorio “alla Damiano”? Tre gli escamotage: sotto a un blazer (e nient’altro), sopra alla T-shirt bianca o ancora a completamento di una camicia, sbottonatissima e in un materiale impalpabile, come lo chiffon.