Achille Lauro, “Incoscienti Giovani” e la lettera misteriosa: «È dedicata al mio amore più grande. Eravamo molto giovani»
La seconda lettera
La nota che Lauro ha lasciato ai giornalisti recita: «Cari giornalisti, le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni. Sono la nostra storia. Questa è “Incoscienti Giovani” raccontata da chi l’ha vissuta, stasera da mia Madre: Lauro ha sempre avuto una fissazione per la scrittura. La mattina, quando mi svegliavo, entravo in camera sua e lo trovavo ancora sveglio a scrivere. Lo sgridavo perché non dormiva mai. Aveva solo 11 anni. Si imbarazzava, nascondeva i fogli. Non ha mai detto “scrivo canzoni” o “voglio fare il cantante”, ma ho capito presto che per lui scrivere era un modo per superare momenti difficili. In mezzo a tutto quello che abbiamo vissuto, ho sempre cercato di insegnargli cosa fosse l’amore, convinta che chi impara a seguire quel faro, presto o tardi, riconosca la strada.
E così è stato. Lauro è cresciuto in casa con ragazzi che non erano miei figli, ma che ho accolto come tali.
Figli di storie difficili e case famiglia dove io facevo volontariato. È cresciuto insieme alle ragazze di strada, ricordo quando andavo di notte sui marciapiedi con Don Giovanni a convincerle a scappare da quella vita e a trovare un posto sicuro, e molte volte, restavano a casa nostra. È cresciuto con i suoi amici, ragazzi con famiglie inesistenti, errori alle spalle, rabbia dentro.