Anthony Mackie, il nuovo Captain America: ‘Nei miei Avengers? Steve McQueen e Monica Bellucci!’

L’attore accompagna a Roma un assaggio di “Brave new world”, il nuovo capitolo Marvel in sala il 12 febbraio

Anthony Mackie, il nuovo Captain America: “Nei miei Avengers vorrei Steve McQueen e Monica Bellucci”

In una scena il presidente Harrison Ford lo dice in modo diretto al nuovo Captain America, Anthony Mackie: “Voglio rimettere insieme gli Avengers”. E sì, c’è il sospetto che Captain America: Brave new world, in sala con Disney il 12 febbraio, sia il primo mattone per ricostruire l’universo Marvel smantellato dai fratelli Russo con Endgame.

Il film segna anche il passaggio di testimone su grande schermo del Capitan America ereditato da Mackie e che abbiamo visto crescere nella serie Falcon and the winter soldier. E per quanto la scelta risalga a parecchio tempo fa, è comunque emblematico che sia il primo supereroe a sbarcare nei cinema statunitensi dall’insediamento del neopresidente Donald Trump. Nel cui immaginario difficilmente viene da pensare che un Captan America afroamericano sia la prima immagine che gli venga in mente. Il nuovo protagonista nel film è affiancato da Harrison Ford e dal “cattivissimo” Giancarlo Esposito. Si entra subito in azione, l’obiettivo è recuperare un cilindro che contiene un frammento di adamantio (il materiale indistruttibile superiore al vibranio) di cui è fatto lo scudo di Captain America. E’ solo un campione di un giacimento emerso nell’Oceano Pacifico, Tiamut Island. Alla stampa è stato mostrato solo un assaggio del film, circa 26 minuti. Ad accompagnare le immagini, l’attore protagonista.

Passaggio di testimone nella serie e cosa rappresenta Captain America oggi

“A proposito del passaggio di testimone da Chris Evans: “È stata un’esperienza fantastica arrivare qui – spiega Mackie – ho iniziato la mia carriera con il film 8 Mile, 24 anni fa: quella è stata la mia prima esperienza, e da allora ho fatto un viaggio sorprendente e molto intenso. E non avrei mai immaginato che si arrivasse a questo, che tutto si concretizzasse in un universo così grande. Sono cresciuto con i supereroi: Superman, Batman… Michael Keaton è il mio Batman. Captain America è sorprendente”.Cosa rappresenta Captain America per lui? “Valori diversi rispetto al concetto di “America”. Non si tratta di una rappresentazione nazionale, ma di un uomo che mantiene la parola data, che rende omaggio alla dignità e all’integrità. È affidabile, una persona di cui ci si può fidare. Questo richiama i sogni che abbiamo da bambini, come attori o semplicemente come persone: sognare il giorno in cui qualcuno ci dice di andare là fuori, combattere il drago e salvare la principessa. Poi cresci e ti dicono: “Non c’è nessun drago, nessuna principessa, niente spada”. Quei sogni vengono spazzati via. Per me, interpretare Captain America è stato come tornare a quel momento, a quella visione da bambino. Questo film è stato esattamente questo: una storia di amicizia, di eroi e di avventura”.

“Harrison Ford ed io”

“Ah, tra l’altro… sapevate che Harrison Ford ama il cibo italiano?” così Mackie introduce il grande antagonista, il suo nemico amico del film, Harrison Ford, che a un certo punto diventa il cattivissimo Hulk rosso: “La prima volta che l’ho incontrato, gli ho proposto di uscire a cena. Lui ha risposto: “Devo mangiare italiano, ma pulito”. Non sapevo cosa intendesse con “italiano pulito”. Gli ho chiesto: “Insalata? Pesce?”. E lui mi ha detto: “Vai in Italia, vedrai cosa significa”. Beh, non l’ho ancora capito. Lui parla, ruggisce, e a volte è un mistero… Mi auguro che qualcuno di voi abbia capito cosa intendesse”. “Lavorare con lui – prosegue – è stato fantastico, ma anche molto stressante. Un giorno, c’era una scena in cui Ford doveva entrare in una sala riunioni e dire una battuta. C’era un attore al computer, che doveva rispondere con una frase semplice. Al primo tentativo, non è riuscito a dirla. Al secondo, stessa cosa. Alla terza volta, il ragazzo si è completamente bloccato ed è scoppiato in lacrime. Gli abbiamo detto: “Stai facendo un gran lavoro, rilassati, vai avanti”. Ma quando siamo rientrati sul set, c’era un’altra persona: avevano licenziato il tizio, sostituito con uno che ha detto subito la battuta al volo, come vedrete nel film”.

Escapismo

Malgrado i molti tentativi di riportare il discorso sull’attualità politica, Mackie è determinato a svicolare da ogni polemica. Gli chiedono un consiglio a Trump, lui dice “Se dovessi dare un consiglio al nuovo presidente, o a un leader in generale, gli direi di essere comprensivo e di avere pietà. Non serve dire sempre cosa fare: basta ascoltare per capire. Da leader, poi, devi andare avanti con una mentalità aperta, compassione e capacità di capire gli altri”. E poi “Credo che questo film, pur essendo un prodotto Marvel di intrattenimento, tocchi temi importanti come lo spionaggio e la politica. Captain America rappresenta anche un thriller psicologico che riflette su ciò che viviamo oggi, più nel contesto dell’universo Marvel, che nella realtà americana”.

“Il tema della fiducia – prosegue – è centrale nell’universo Marvel, sia tra nemici che tra alleati. Ogni personaggio ha affrontato la fiducia spezzata in qualche modo. Pensiamo a Red Hulk: il rapporto tra Ross e Sam ha radici profonde, legate al loro passato nell’esercito. Hanno imparato a fidarsi l’uno dell’altro, ma come individui non sono sempre d’accordo. È lo stesso rapporto che Steve Rogers aveva con Tony Stark: non sempre andavano d’accordo, ma si rispettavano, cercano di comprendersi.

Giancarlo Esposito, una garanzia

“Avere Giancarlo Esposito nel film è stata una grandissima opportunità. – spiega Mackie – Lo conosco da tanto tempo, fin da quando avevo 18 anni e mi ero trasferito a New York per fare teatro. L’ho sempre ammirato. Fare un film con lui in questo momento della mia carriera è stato fantastico. Ho chiesto personalmente che fosse coinvolto, e lui era disponibile. È stato divertente, ci conosciamo da 25 anni: lo ricordo fin da Fa’ la cosa giusta. È uno di quegli attori che aggiungono profondità al personaggio e al film. Sul set, mi sono impegnato al massimo perché volevo essere all’altezza della sua presenza. È il miglior attore che avrei potuto desiderare per questo film”.

I nuovi Avengers e il superpotere della compassione

“Endgame ha rappresentato la fine di un’epoca. Quando è stato realizzato il primo Avenger, abbiamo posto il primo mattone di una grande saga. Ora, con questa nuova fase, stiamo costruendo qualcosa di nuovo. Non potevamo competere con Endgame, né dire semplicemente che tutto ricominciava da capo. Il nostro obiettivo è portare avanti questa saga per una nuova generazione”. E ancora, “In un mondo segnato da conflitti, ci vorrebbe una nuova squadra di Avengers, con personaggi provenienti da ogni parte del mondo, uniti da ascolto reciproco e comprensione. Quando sono arrivato a Roma, non mi sono messo a dire come fare la pizza. Mi sono semplicemente presentato, ho apprezzato la pizza e ho detto: “Bella la pizza!”. Questo approccio, fatto di ascolto e apertura, rende il mondo un posto migliore e la vita più semplice.

“Guardando Endgame, possiamo vedere che i personaggi insegnano valori come comprensione e compassione. Prendiamo Civil War, che amo molto: quel film è riuscito a scomporre i supereroi, a mostrarne le fragilità e i dilemmi morali. Captain America, ad esempio, capisce di essere stato trasformato in una macchina da guerra pronta a uccidere chiunque, anche un amico. Questo lo porta a rivalutare i suoi valori, e a guardare gli altri da una prospettiva diversa, cercando di comprenderli e di costruire relazioni basate sul rispetto reciproco”.

I bambini ci guardano

“I film hanno una grande responsabilità, e noi attori, interpretando i personaggi, ne siamo consapevoli. I bambini guardano questi personaggi e cercano di emularli nella loro vita. Anche noi, da piccoli, avevamo eroi con valori come resistenza, forza di volontà e rispetto per gli altri. Ogni storia ha bisogno di un buono e di un cattivo. Prendiamo ad esempio Wonder Woman, che ha insegnato alle bambine che anche le donne possono essere forti e coraggiose. Quando mostriamo certi comportamenti ai bambini, dobbiamo stare attenti: li influenziamo. Bisogna far capire che i cattivi esistono, ma non dobbiamo cedere a loro, bensì contrastarli. È fondamentale mostrare che essere buoni, e combattere per ciò che è giusto, è la strada da seguire. Questa è la responsabilità sociale che dobbiamo portare avanti”.

“I miei Avengers? Steve McQueen, i ghostbusters e Monica Bellucci”

“Il mio team ideale di Avengers sarebbe composto da persone che ho ammirato crescendo. Per esempio: Il mio insegnante di recitazione, che mi ha guidato nei miei primi passi come attore. I maestri della scuola elementare, che mi hanno formato e influenzato profondamente. Steve McQueen, che rappresenta uno degli attori più carismatici e ribelli di sempre. I Ghostbusters originali, che erano un mix perfetto di humor e avventura. Monica Bellucci, la mia “arma segreta”: so che ha causato un incidente automobilistico perché la gente si distraeva a guardarla, immaginate il momento in cui lei entra in scena, e i cattivi fanno: “Uuuuh!”.

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