
Francese, 22 anni, interpreta la figlia della direttrice del carcere minorile, beffarda, fredda, con una storia di abbandono alle spalle. Nella realtà lei è molto, molto, diversa
«Sono George, ho 22 anni e sono francese (sono nata a Parigi). Ho abitato 10 anni a Firenze, da quando avevo 9 anni ai 19. Dopo il liceo sono tornata a Parigi, dove ho studiato cinema (alla Sorbonne). Ho fatto due anni di teatro in Francia. Nel cinema mi piace la recitazione, ma anche la regia e la sceneggiatura. Poi, mi piace tantissimo giocare a calcio e mi interessa molto la cucina». Così si presenta George Li, new entry – è la beffarda Lorenza – di Mare fuori 5, che fuori dal set sorride senza un velo di sfida. George Li, che all’anagrafe fa George Li Tourniaire, si è levata un po’ di cognome forse perché era troppo complicato da scrivere – chi scrive ringrazia – e pronunciare. Del resto, il primo aggettivo che viene in mente pensando a lei è: semplice. Che non vuole dire facile.
George, come è arrivata fino a qui, fino a Mare fuori?
«Beh, quando sono stata presa… giuro, non ci credevo, ma perché… Vede, è una storia un po’ divertente: avevo fatto il provino, il secondo provino a maggio, e mi avevano detto che dopo un paio di giorni avrei avuto la risposta. E dopo due settimane non sapevo ancora niente. E quindi avevo anche accettato l’idea che non avrei fatto Mare fuori, mi ero detta: “Me lo dimentico, se no mi farà troppo male quando l’agente mi chiamerà e mi dirà che non è andata”».
Sempre una previsione buona per tutti, soprattutto per se stessi?
«Un po’ sì. Comunque, mi ero dimenticata Mare fuori, ho pensato a fare altro, i miei progetti di fotografia, un giorno il mio agente mi scrive, anzi, non mi scrive, mi manda soltanto una faccina che che sorride. E, quindi, io non avevo mica capito».
Lavora per farle venire l’ansia, però, questo agente.
«No, ma no (ride, ndr). Cioè non era colpa sua per niente. Poi, mi ha chiamato e mi ha detto: “Sei stata presa!”, ma sono io che… confesso, fino a quando non sono usciti gli episodi, soltanto allora ho realizzato che era tutto vero, per me è stato tutto un po’ un sogno, non lo so spiegare meglio».
E quando si è rivista?
«Intanto va detto che fino a qui è il lavoro più importante che ho fatto. Dunque, quando mi sono rivista il primo pensiero è stato: “Meno male che non sono stata poi così male”. Quindi ho provato sollievo».

Nata a Parigi, ha vissuto dieci anni a Firenze, come si è trovata catapultata a Napoli?
«La verità? È stato fantastico, volevo scoprire Napoli da tanto tempo, ma mi ero ero detta che ci sarei andata per lavoro, non da turista, era anche un sogno nel sogno che si realizzava. E mi sono trovata benissimo, è piena di energia, di sole, di mare. Vede, Parigi è come una grande biblioteca a cielo aperto, interessante, ma c’è parecchio grigio intorno a te».
E come è stato entrare nel suo personaggio?
«Non è stato difficile per me interpretarlo, perché mi sono divertita tantissimo con la mia Lorenza, è un tipo molto lontano da me. Però, comunque c’è qualcosa che… non lo so, non era complicato capire le sue motivazioni, la sua attitudine. All’inizio ero, nell’interpretazione, più seria, molto più rabbiosa e sofferente. E fredda. Così al provino, Ludovico (De Martino, il regista, ndr) mi ha detto che lei, però, gioca e sa giocare, non mostra la sua sofferenza. Allora mi è venuto fuori quel sorriso da chi vuole fare vedere che non ha bisogno di niente e di nessuno, da chi sta benissimo così, anche se non è così. Lorenza sta male, ha una storia di abbandono e allora ha messo una maschera».
I suoi sogni, ora che il primo si è realizzato?
«I miei sogni? Ne ho tanti, grandi e piccoli, vorrei continuare a fare questo lavoro e spero di poter lavorare su progetti che mi faranno sempre crescere. E allo stesso tempo spero di poter vivere una vita anche tranquilla con le persone che amo, sogno una vita semplice».
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