“L’arte della gioia”: Valeria Golino trasforma il libro scandalo di Goliarda Sapienza in un capolavoro

L’arte della gioia, la serie tv con cui Valeria Golino ci trasmette il proprio sguardo accorato sulle cose, sulle storie, su donne e uomini

Da quando Valeria Golino ha deciso di passare anche dietro la macchina da presa, ogni volta è stata una rivelazione. Prima con Miele (2013), l’opera prima fulminante con protagonista una Jasmine Trinca in stato di grazia, poi con l’altrettanto emozionante Euforia (2018), incentrato su fratellanza, relazioni e memorie da riaccordare. Due gioielli narrativi, a cui ora aggiungere L’arte della gioia, la serie tv di Sky Original e HT Film – tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza – che dopo essere stata presentata in anteprima mondiale (e con grande riscontro) al Festival di Cannes 2024 (e uscita poi al cinema in due parti tra maggio e giugno 2024) dal 28 febbraio 2025 sarà su Sky e in streaming su NOW.

Si tratta di un’ulteriore certificazione di quanto, la Golino regista (l’attrice la conosciamo da oltre 30 anni nella sua trasversalità e bellezza di ruoli), abbia deciso di trasmetterci il proprio sguardo accorato sulle cose, sulle storie, su donne e uomini.

Un racconto di amore e scoperta, fisica, emotiva, sessuale

Nel centenario della nascita della scrittrice, nasceva a Catania il 10 maggio 1924, L’arte della gioia arriva come una vera illuminazione, una celebrazione visiva (finalmente) di come quel racconto, finora mai portato su piccolo o grande schermo, sia oggi qualcosa di fortemente moderno e contemporaneo, nonostante l’ambientazione, ovvero il 1900. L’anno tondo, in cui a livello letterario, e ora cinematografico, (ri)nasce(va) la sua anti-eroina più curiosa, pura, avvincente, rivoluzionaria, Modesta: una giovane donna, nata da una famiglia povera, in un paese, la Sicilia, che lo è ancora di più. E la serie lo è altrettanto, vitale, drammatica, avventurosa, sfaccettata, e chiaramente al femminile.

Un racconto sul cambiamento, emancipazione e trasformazione, di amore e scoperta, fisica, emotiva, sessuale, il tutto animato da un’attrice sublime come Tecla Insolia, capace di dar spessore, forma e carattere, a quel personaggio. Ma Modesta è oltremodo uno specchio in cui potersi riflettere, capire, indagare, accettare chi è. Lo è nel modo anche di porsi contro una società (allora) oppressiva a patriarcale (c’è il suo rapporto con il padre), nel suo desiderio di superare i propri limiti, di non abbassarsi alle convenzioni, di aggirare i tabù e non piegarsi alle regole. Quando, nella storia, dopo un tragico incidente, finisce in convento, è lì che inizia ad andare oltre, diventa la protetta della Madre Superiora, Suor Eleonora (interpretata da Jasmine Trinca), ma da lì, fuori, volerà poi verso la villa della Principessa Brandiforti (una Valeria Bruni Tedeschi al solito incredibile) per quello che è un percorso intimo, culturale.

L'arte della gioia serie tv

Tecla Insolia è Modesta nella serie tv “L’arte della gioia”

 Paolo Ciriello

Valeria Golino: «La prima volta che ho letto il libro è stato qualcosa di emotivo, mi ha turbato»

Modesta non ha senso di colpa, non si sente vittima, anzi, tenta di raccogliere le macerie della propria esperienza, e farne un faro di sensibilità, coraggio, azzardo e provocazione. È un miracolo guardarla agire. «La prima volta che ho letto il libro è stato qualcosa di emotivo, mi ha turbato. Reagivo a tutta una serie di fatti e informazioni incredibili, fantasmagorici, persi lì, l’eros, anche a tratti morboso, la sua scabrosità», dice Valeria Golino. Mi è piaciuto, ma non lo sentivo simile a me, ne ero quasi aliena, poi invece l’ho riletto qualche anno dopo. E quando Viola Pestrieri ha preso i diritti del libro e si è rivolta a me, a noi, è stato importante. Tutti i personaggi femminili sono molto interessanti, complicati, fuori dagli archetipi, di un libro che gioca con gli stessi archetipi in continuazione, li rompe. Modesta è un unicum nella letteratura italiana, è oltre la modernità, lei è più avanti di noi, e così mi piaceva una donna così poco edificante, poter raccontare questo femminile con tutti i grandi difetti che di solito si danno agli uomini, che sono sempre antieroi, nei ricordi, e lei ce li hai. Solo che è donna e di solito non se ne parla».

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